Quello degli occhiali che si appannano costantemente mentre si indossa la mascherina è un inconveniente che chi ha problemi di vista si trascina dietro ormai da quasi due anni, ovvero dall’avvento della pandemia di Covid-19 che ha introdotto l’obbligo di indossare questi dpi in pubblico. Fortunatamente in commercio si sono presto diffusi spray antiappannamento e altri prodotti che aiutano a mantenere le lenti al sicuro dalla condensa che si forma quando vengono utilizzati insieme alle mascherine: ciascuna soluzione ha però delle peculiarità, e trovare quella adatta alle proprie esigenze non è così immediato.
Il fenomeno che provoca l’appannamento degli occhiali è semplice da comprendere: con una mascherina che copre la bocca, l’aria calda espulsa durante l’espirazione non può disperdersi normalmente in avanti. Il fiato fuoriesce dalle fessure che le mascherine lasciano a contatto con il volto e l’aria, incanalata verso l’alto, finisce a contatto con le lenti fredde degli occhiali generando la tanto fastidiosa condensa.
D’inverno il fenomeno è amplificato dalle basse temperature che raffreddano ancora di più le leni degli occhiali, ma non è del tutto inevitabile. I prodotti in commercio lo contrastano tutti con il medesimo principio, ma differiscono per composizione e metodo di applicazione degli ingredienti, facendo variare di molto i risultati ottenuti nella quotidianità.
La maggior parte dei prodotti si basa su soluzioni composte da sostanze idrofile, ovvero caratterizzate da una elevata tendenza ad associarsi alle molecole d’acqua circostanti. Questa proprietà fa agire i composti come se fossero minuscole spugne: la condensa presente sugli occhiali viene assorbita dalle molecole dei prodotti fino a formare un impercettibile strato di acqua che si distribuisce uniformemente sulla superficie delle lenti. Poiché il processo si svolge a livello microscopico, osservarlo a occhio nudo è impossibile: l’unico risultato visibile è che gli occhiali trattati con queste soluzioni non si appannano neanche quando in condizioni normali diventerebbero sostanzialmente opachi. Solo quando l’umidità presente è eccessiva, la condensa tende a farsi visibile sotto forma di piccole gocce o di increspature liquide sulla superficie degli occhiali.
Per scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze occorre conoscerne le differenze. I più diffusi sono gli spray antiappannamento e i gel, che nebulizzano o applicano il liquido sulle lenti con l’aiuto di una salvietta in microfibra da utilizzare separatamente. Le salviettine monodose pre-imbevute sono sicuramente più pratiche ma anche più costose e inquinanti, dal momento che per rimanere umide sono sigillate ciascuna in una busta ermetica separata.
Posto che ciascuna soluzione ha un’efficacia diversa e che il funzionamento dipende anche da com’è stato applicato sugli occhiali, per alcune persone questi prodotti non sortiscono alcun effetto. La causa è da imputare al fatto che alcuni modelli di occhiali vengono venduti dopo un trattamento idrofobico e oleofobico permanente; questi processi rallentano l’accumulo di sporco sulle lenti ma le rendono incompatibili con l’applicazione del liquido antiappannamento. Per sapere in anticipo se e in che misura i prodotti elencati potranno funzionare allo scopo, la scelta ideale è chiedere al rivenditore se le lenti sono state trattate o meno.
Al punto di incontro tra efficacia e praticità d’uso c’è la soluzione proposta dalla casa tedesca specializzata in lenti e affini. Con una applicazione e un passaggio del panno in dotazione, gli occhiali restano puliti e a prova di appannamento per giorni, che però scendono a una mezza giornata se le condizioni circostanti sono critiche. Con una nuova spruzzata la situazione torna alla normalità, ma il problema è il costo rapportato al contenuto: una boccetta da 15 millilitri, utilizzata tutti i giorni e più volte al giorno, può finire nel giro di una o due settimane.
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La proposta del gruppo di Varese è un gel ad alta efficacia e persistenza, che può essere applicato sulle lenti e riattivato alla bisogna, ripassando il panno in microfibra incluso nella confezione. Si tratta di una delle soluzioni più interessanti sul mercato, controbilanciata da due svantaggi: la difficoltà nel dosaggio del prodotto e il prezzo, più alto rispetto alla media.
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La durata è lontana dalle 24 ore promesse sulla confezione e dipende molto dalle condizioni di umidità nelle quali vengono utilizzati gli occhiali, ma tenendo due o tre bustine in tasca all’occorrenza si può uscire di casa senza temere di rimanere bloccati dalle lenti appannate e senza troppo ingombro addosso. Le 30 unità incluse non sono molte, ma rendono più facile capire quando è il caso di effettuare un nuovo ordine.
L’alternativa proposta dalla tedesca Zeiss offre il medesimo numero di salviette allo stesso prezzo, ed è acquistabile su eBay o scontata sui siti di alcuni rivenditori specializzati.
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LQuesta proposta economica da 30 salviette fa il suo mestiere ma non è esente da difetti. Se da una parte l’effetto dichiarato dal produttore dura fino a 48 ore, dall’altra la quantità di umidità che le molecole idrofile devono gestire influenza pesantemente il comportamento del rivestimento. In particolare nelle situazioni più critiche può manifestarsi sulle lenti una condensa innocua ma comunque fastidiosa, là dove gli altri prodotti ancora resistono.
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Fonte: Wired.it