Sì alla generalizzazione del modello 2G e niente obbligo del telelavoro, chiusura di attività economiche, reintroduzione della didattica a distanza e alla limitazione degli incontri privati. È questa in buona sostanza la risposta del Ticino alla consultazione federale del 10 dicembre che proponeva nuovi provvedimenti per limitare la diffusione del virus. Più nello specifico, il Consiglio di Stato si è detto favorevole alla prima variante che prevede, appunto, una generalizzazione del modello «2G», ossia la limitazione per vaccinati e guariti con obbligo di mascherina per strutture culturali, sportive, del tempo libero così come per ristoranti e bar.
L’Esecutivo ha invece affermato «la propria contrarietà alla chiusura di attività economiche (come previsto dalla seconda variante) in questa fase epidemiologica – scrive il Governo –. Queste misure andrebbero rivalutate solo in una fase successiva, nel caso in cui le altre misure non dovessero rivelarsi efficaci». Scartati anche l’obbligo del telelavoro, considerata una misura di difficile attuazione per molte attività economiche, il ritorno alla didattica a distanza nelle università e nelle scuole universitarie «viste le difficoltà che hanno provocato» e la limitazione degli incontri privati. Per quanto riguarda il modello «2G Plus», che prevede anche un test negativo, «andrebbe invece limitato esclusivamente a quelle attività di gruppo nelle quali non è possibile portare una mascherina».
Fonte: Corriere del Ticino