Il governo britannico e quelli degli altri Paesi occidentali che stanno già pianificando a breve l’avvio di una somministrazione della terza dose di vaccini anti-Covid-19 sbagliano. Lo hanno affermato alcuni virologi e accademici di chiara fama – britannici e statunitensi – ascoltati oggi dai componenti di una commissione parlamentare ad hoc a Londra, facendo proprio l’appello (finora inascoltato) lanciato nei giorni scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ai governi delle nazioni più ricche e vaccinate affinché rinuncino per ora a un ulteriore richiamo in modo da privilegiare il trasferimento delle dosi disponibili verso gli Stati poveri del pianeta o dove comunque la campagna vaccinale è rimasta indietro.
Il professor Andrew Pollard, direttore del Centro vaccini dell’ateneo di Oxford e coprotagonista dello sviluppo dell’antidoto poi prodotto da AstraZeneca, ha affermato che i vaccini nei prossimi mesi dovrebbero andare «dove hanno maggiore impatto»: non solo per ragioni etiche, ma anche nell’interesse di tutti, per contribuire a rallentare i contagi di una pandemia globale che può essere fermata solo se messa sotto controllo in tutti i continenti.
Un suo collega degli Usa, Gregg Gonsalves, epidemiologo all’Università di Yale, gli ha fatto eco nella stessa sede sottolineando come il doppio vaccino garantisca già ora in un Paese leader nella corsa all’immunizzazione come la Gran Bretagna – dove le due dosi hanno superato ieri la copertura di ben il 75% della popolazione residente di oltre 18 anni – una buona protezione generalizzata almeno «contro il rischio di ricovero in ospedale e di morte» per effetto del Covid-19; e che quindi, prima di pensare a una terza dose a queste latitudini, bisognerebbe guardare ad altre priorità nel mondo.
Il governo Johnson ha preannunciato giorni fa, come quello italiano, un piano per l’avvio dell’inoculazione di un terzo richiamo nel Regno fra le persone anziane e malate da settembre, ma non ha ancora ufficializzato la cosa. Un via libera formale è stato dato invece negli Usa e in Francia dalle amministrazioni di Joe Biden e di Emmanuel Macron, che hanno poi risposto entrambe apertamente picche all’appello dell’Oms.
Fonte: Corriere del Ticino