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Ecco le ultime bufale sui vaccini

1 Giugno 2021

Nonostante le campagne dei vari Paesi stiano proseguendo a gonfie vele, in rete continuano a circolare strane affermazioni e teorie: proviamo allora a fare chiarezza

Arrivati in Svizzera a fine 2020, i vaccini sono stati accompagnati da una forte, fortissima campagna di disinformazione: in rete, indiscrezioni e false notizie hanno cominciato a circolare con forza. Nel frattempo, e per fortuna, l’invito a farsi vaccinare rivolto dalla Confederazione è stato accolto dalla maggioranza dei cittadini. Sciocchezze e falsità continuano però a circondare i vaccini. Abbiamo quindi deciso di selezionare le affermazioni più frequenti dei cosiddetti no-vax con l’aiuto dell’autorevole «Le Monde».

1. I vaccini a RNA messaggero non sono mai stati testati su esseri umani prima d’ora

È falso. Scoperto nel 1961, l’mRNA o RNA messaggero fece la sua «comparsa» a livello sperimentale nel 2002. Ben prima dell’apparizione del coronavirus, quindi. Tredici pazienti si sottoposero a una vaccinazione anticancro con risultati incoraggianti. Molte altre prove, da allora, sono state portate avanti. Citiamo l’Ufficio federale della sanità pubblica: «Sebbene la tecnologia dei vaccini a mRNA non sia ancora ampiamente diffusa, la ricerca in questo campo è ormai in corso da una decina di anni a livello mondiale». Di più, i vaccini a mRNA sono considerati come l’avvenire della vaccinologia.

2. I vaccini anti-COVID non sono mai stati testati sugli animali

È falso. Questa indiscrezione, che si appoggia su un video di un dibattito al Senato degli Stati Uniti, sta circolando molto. In realtà, però, quel video è del 2012 e, come riporta Associated Press, i vaccini anti-COVID sono stati sperimentati sugli animali. Ne danno ampiamente notizia anche le varie pubblicazioni scientifiche. I vaccini sono stati testati su primati, criceti, topi e porcellini d’India. In linea di principio, prima di passare alla sperimentazione sull’uomo ogni vaccino viene testato su animali che presentano grandi similitudini con la nostra specie.

3. Gli animali sono morti durante le sperimentazioni

Falso. La notizia è circolata in rete e ha origine negli Stati Uniti, complice un dibattito tenutosi al Senato in Texas. Secondo la Food and Drugs Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson hanno testato i rispettivi vaccini sugli animali. E nessuna morte è stata notificata.

4. L’OMS ha denunciato un «apartheid vaccinale»

Vero. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il 17 maggio scorso ha effettivamente detto che il mondo si trova in una «situazione di apartheid vaccinale». Il direttore dell’OMS, in particolare, ha deplorato la mancanza di condivisione dei vaccini. «Il grande problema è la mancanza di condivisione» ha aggiunto. «Quindi, la soluzione è proprio una maggiore condivisione».

5. Le ondate sono innescate dalla vaccinazione

Falso. Gli esempi del Cile o di Israele, che hanno subito o subiscono tuttora una grande ondata epidemica nonostante un forte tasso di copertura vaccinale, hanno scatenato diversi utenti del web. I quali, appunto, hanno visto un legame fra la vaccinazione e l’ondata epidemica susseguente. Il legame, però, non esiste. In Cile, semmai, a pesare sono stati gli allentamenti troppo precoci. Allentamenti che la campagna vaccinale non ha potuto, diciamo così, compensare. L’ondata che ha colpito Israele nel dicembre 2020, per contro, è arrivata quando il tasso di vaccinazione del Paese era vicino allo 0. Il picco è stato raggiunto il 17 gennaio, dopo un mese e oltre di restrizioni. Da allora, la campagna è proseguita e ha fatto indietreggiare l’epidemia: Israele nelle ultime settimane registra pochissimi casi al giorno e praticamente nessun decesso.

6. D’accordo, ma alle Seychelles i vaccini non funzionano

Si tratta di un’affermazione esagerata. Le Seychelles hanno il più alto livello di immunizzazione al mondo, con oltre il 71% della popolazione vaccinata. Il Paese, quasi completamente dipendente dal turismo, ha riaperto le frontiere il 25 marzo con l’obiettivo di rilanciare la sua economia. Ma una terza ondata si è abbattuta sul piccolo arcipelago, con oltre 9 mila casi e 32 decessi registrati al 15 maggio. In precedenza, il Paese aveva avuto appena 3.800 contagi e 16 morti. Tuttavia, l’ondata ha colpito soprattutto persone non vaccinate (il 67% delle nuove infezioni). Di più, nessun vaccinato che ha contratto il coronavirus (parliamo del 33% delle nuove infezioni) ha subito conseguenze gravi. Ergo, il vaccino non impedisce al virus di insinuarsi nel nostro corpo ma protegge dalle forme gravi della COVID-19. Alle Seychelles il 57% delle persone vaccinate ha ricevuto uno dei due preparati cinesi di Sinopharm. La cui efficacia si situa fra il 73% e il 78%.

Fonte: Corriere del Ticino

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