Nei prossimi mesi, in Ticino, potenzialmente saranno vaccinate oltre 160 mila persone. A cui se ne aggiungono altre 50 mila che hanno già ricevuto la prima dose. Un numero piuttosto cospicuo di cittadini che dovranno essere immunizzati nei mesi più caldi, tradizionalmente destinati alle vacanze estive. Oggi la campagna procede senza intoppi , con ritmi che superano le 21 mila somministrazioni settimanali. Ma in futuro? La vera incognita potrebbe giungere dal calendario. Si riuscirà a far coincidere gli appuntamenti vaccinali con l’ambita pausa estiva?
Di qui la domanda estremamente pratica: che cosa succede se mi viene proposto un appuntamento a cui non posso presenziare? E soprattutto: che fare se la seconda dose cadrà nel periodo di vacanza? Come mi devo comportare? Ho diritto a spostare l’appuntamento? E a quali condizioni? Si tratta di domande estremamente pratiche che abbiamo rivolto a chi, da mesi, sta tenendo le fili di questa pressante tabella di marcia, ovvero Ryan Pedevilla, Capo della Sezione della protezione della popolazione e del militare.
«Ogni appuntamento può essere gestito dal singolo utente e posticipato secondo le disponibilità della piattaforma», spiega Pedevilla. Le date per la prima e la seconda dose possono essere gestite separatamente. L’unica condizione che viene posta sono i 42 giorni massimi che devono intercorrere tra la prima e la seconda somministrazione.
«La posticipazione di un appuntamento può avvenire in tre modi. Immaginiamo che una persona confermi sul proprio cellulare l’appuntamento, comprendente la prima e la seconda dose con le rispettive date. Nelle settimane successive, però, accade un evento imprevisto. In questo caso, la persona potrà comunicare la modifica di calendario al personale curante durante il primo vaccino. Al centro cantonale gli verranno proposte date alternative, compatibilmente alla disponibilità del calendario e tenendo tuttavia conto dell’unica condizione che viene imposta dal farmaco stesso, ovvero i 42 giorni massimi tra la prima e la seconda dose».
«Se invece il cambio di programma interviene dopo aver effettuato la prima dose – spiega ancora Pedevilla – l’utente potrà comunicare le modifiche di calendario al numero verde. Anche in questo caso, però, si dovrà trovare una soluzione alternativa entro i 42 giorni. A ogni modo, le modifiche non possono essere fatte personalmente attraverso il cellulare. Occorre passare dal numero verde».
La terza e ultima situazione è quella in cui la piattaforma genera un appuntamento al quale sappiamo sin da subito di non potervi partecipare. In questo caso rientra la vacanza pianificata. Se le date proposte dalla piattaforma non vanno bene, basterà cliccare sulla proposta successiva. Così fino alla data desiderata». È chiaro, prosegue Pedevilla, «le nuove proposte andranno di pari passo con quelle disponibili. Se non si trova una data opportuna, l’utente finirà nella lista d’attesa. E da questa verrà ripescato nel momento in cui – in presenza di nuove forniture di vaccino – saranno pianificati i nuovi appuntamenti.
«Nel limite del possibile, sarebbe comunque opportuno mantenere le date fissate pianificando sin dall’inizio il momento della vaccinazione con quello della vacanza». Anche perché il numero degli appuntamenti che verranno gestiti nei prossimi mesi sarà ingente. Da qui a fine luglio – termine fissato dalle autorità per vaccinare «chiunque lo desideri» – potenzialmente saranno somministrate 350 mila dosi. Ma come si procederà? Tra qualche settimana la possibilità di vaccinarsi sarà estesa a tutta la popolazione sopra i 16 anni. Così indica la fase 9 del piano cantonale. Ma sarà un’apertura in blocco? Ancora Pedevilla: «Le valutazioni sono in corso. L’ipotesi di una fascia intermedia 40-44 anni è sul tavolo». Secondo il responsabile, «l’idea di procedere per scaglioni segue la strategia fin qui adottata». E soprattutto garantisce a chi si iscrive di ricevere un appuntamento in un tempo accettabile, al massimo tre settimane, senza dover quindi attendere per mesi. «Permettere alle persone di iscriversi tanto per farlo, non ha un vero significato pratico. E rischia di essere controproducente», conclude Pedevilla.
Fonte: Corriere del Ticino