L’Ufficio federale d’informatica da una parte e una società privata dall’altra stanno elaborando due soluzioni diverse per il certificato Covid, «in modo da avere un’alternativa se una delle due opzioni dovesse rivelarsi un vicolo cieco». Virginie Masserey (responsabile della Sezione malattie infettive dell’Ufsp) e Nassima Mehira (responsabile del progetto) hanno fatto il punto della situazione sullo strumento che dovrebbe permettere alla popolazione di poter di nuovo accedere alle manifestazioni e viaggiare all’estero. Dovendo procedere con una consultazione con gli ambienti interessati e le istanze internazionali – Unione europea in primis – non sarà però disponibile prima di giugno.
Quel che però è certo è che si tratterà di un documento cartaceo o di un’applicazione per smartphone che conterrà un codice Qr che dovrà confermare l’avvenuta vaccinazione, ma anche se una persona è guarita dalla malattia oppure ha ottenuto un risultato negativo dopo aver eseguito il test di depistaggio.
Durante la tradizionale conferenza stampa degli esperti della Confederazione sono stati toccati anche diversi altri temi. Dalla situazione epidemiologica giudicata «rassicurante» e che «non contraddice la decisione del Consiglio federale di allentare le misure restrittive», alla cosiddetta variante “svizzera” «già nota dalla primavera dello scorso anno e che non presenta caratteristiche preoccupanti». E poi ancora lo sport, la cui importanza «è evidente sia dal punto di vista fisico, sia da quello psichico», ha ricordato il direttore dell’Ufficio federale dello sport Matthias Remund. E gli allentamenti della scorsa settimana vanno proprio in questa direzione.
Fonte: 20 Minuti