Crescono la riluttanza e la sfiducia, aumenta la fatica ad adattarsi alle norme e alla nuova normalità generata dalla pandemia di Covid-19. Nel Regno Unito lo hanno battezzato “effetto Cummings”, dal nome dell’ex super-consulente di Boris Johnson accusato di aver violato il lockdown nel marzo 2020, in piena emergenza sanitaria, esponendo a rischio contagio i suoi anziani genitori.
Secondo questa teoria, la progressiva perdita di fiducia nel governo e nelle istituzioni conduce le persone a violare le regole. Secondo Patricia Riddell, professoressa di neuroscienze applicate alla Reading University interpellata dal Guardian, “il già difficile compito del governo di persuaderci, in quanto animali sociali, a fare qualcosa che non vogliamo fare è stato gravemente minato da costanti ‘inversioni a U’, messaggi discordanti e Effetto Dominic Cummings” .
Le parole dell’esperta si focalizzano sull’esperienza britannica e sui dati rilevati nei mesi scorsi dalla London’s Global University, secondo cui le azioni di Dominic Cummings e la titubanza di Boris Johnson nel rimuoverlo dall’incarico (Cummings ha lasciato Downing Street soltanto lo scorso novembre al culmine della battaglia per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e tra le difficoltà generate dalla gestione della pandemia, ndr) hanno portato a un netto calo di fiducia nella risposta ufficiale alla crisi. Il consigliere capo di Downing Street a marzo aveva fatto notizia per aver violato il lockdown imposto dalla pandemia, raggiungendo la tenuta dei suoi genitori a Durham, nel Nord Est dell’Inghilterra, dove aveva portato moglie e figlio, che avevano mostrato sintomi da Covid-19. Un vero e proprio terremoto: addirittura Douglas Ross, sottosegretario per la Scozia, aveva deciso di lasciare il proprio posto per protestare contro il mancato passo indietro del super-consigliere.
A pesare sulla perdita di propensione dei cittadini al rispetto delle regole – suggeriscono gli studiosi – ci sarebbero anche i messaggi discordanti. Ancora sul Guardian, la neuroscienziata Riddell sottolinea che affermazioni come ”‘puoi consentire ai muratori di entrare a casa tua, ma non a tua madre’” hanno portato a un’interpretazione più libera delle regole e “alla ricerca di modi per infrangerle”.
Si tratta di deduzioni prodotte sulla base della gestione britannica della pandemia: HuffPost ha voluto approfondire il tema, declinato sull’esperienza del nostro Paese, dialogando con Piero Cipriano, psichiatra e psicoterapeuta di fama, autore de Il libro bolañiano dei morti (Milieu Edizioni, 2020), narrazione dell’anno del virus in cui la voce dell’autore riflette, dialoga, cita e racconta di follia, malattia, ecologia e morte dal suo punto di vista di medico e, allo stesso tempo, parte della collettività.
Cipriano ampia il discorso e suggerisce che a gravare sui comportamenti riluttanti e sul mancato rispetto delle regole anti-contagio ci sarebbe il ruolo degli stessi esperti che “purtroppo in questo anno hanno detto tutto e il suo contrario. Hanno perso man mano di credibilità. La sovraesposizione mediatica, poi, li ha ha fatti assomigliare sempre più a personaggi dello spettacolo e sempre meno a scienziati da laboratorio o da clinica. Questo non ha certo giovato”.
“L’allievo dissidente di Popper, l’epistemologo Paul K. Feyerabend, era molto critico nei riguardi dell’espertocrazia”, prosegue Cipriano sottolineando che “nel 2020 i governi si sono fatti scudo con gli esperti, facendoli esporre in modo da nascondere il fallimento della politica e decenni di smantellamento dei servizi sanitari nazionali (non si parla solo di quello italiano) che ci hanno reso impreparati ad una pandemia”.
Ancora sulla crescente fatica ad adattarsi alle norme, gli studiosi interpellati dal Guardian affermano che “siamo esseri sociali. Tendiamo davvero a fare quello che vediamo fare dagli altri piuttosto che a seguire editti che ci dicono cosa fare. Quindi vedere persone infrangere le regole e farla franca ci condiziona”. Su questo punto, Piero Cipriano afferma: “Potrei ribaltare l’affermazione: non è vero che, siccome siamo esseri sociali, imitiamo come scimmie i comportamenti (antisociali) degli altri e ci assembriamo. Piuttosto, siccome siamo esseri pensanti, a volte decidiamo che gli editti e i decreti sono ingiusti, assurdi. Dunque, siamo portati a trasgredire”.
All’origine, sottolinea lo psichiatra, c’è “un Paese che si fa trovare impreparato di fronte a una pandemia, con un sistema sanitario indebolito, sguarnito, che non sa che fare. E, quando non sai che fare, chiudi tutto. Proibisci ai cittadini di allontanarsi da casa oltre duecento metri”.
“Alle persone si chiede di obbedire passivamente a decreti e leggi, anche quando sono percepite come assurde, inutili, esagerate e liberticide. Potremmo chiamarla obbedienza di gregge”, conclude.
Fonte: Huffington Post