Quando e come ci si potrà vaccinare contro il coronavirus Sars Cov-19 che causa la malattia Covid-19? Günther Karl Fuchs sul sito Papille vagabonde fornisce delle risposte esaurienti a vari quesiti, sottolineando che anche con il vaccino, per molto tempo ancora, si dovrà continuare a mantenere la distanza di sicurezza, la mascherina oltre che evitare assembramenti. Ecco alcune domande e risposte che aiutano a capire perché.
Quando si potrà essere vaccinati? Difficile da dire, secondo il Ministro Italiano della Salute Speranza (mai nome fu più appropriato), le prime dosi dovrebbero arrivare in Italia a fine Gennaio 2021, qualche milione che su una popolazione di 60 milioni è pochissimo, più verosimilmente nella primavera estate del 2021 per le persone più a rischio. A questa domanda dovrebbero rispondere le aziende, che non hanno una grande tradizione alla trasparenza e alla comunicazione. La pubblicazione dei dati sugli studi dei vaccini dovrebbe essere fatto a prescindere, perchè il Coronavirus Sars Cov 2 riguarda non solo la politica e l’economia, tutta la comunità scientifica e tutti i cittadini.
I vaccini sono tutti uguali? No, le aziende applicano diverse tecnologie. Moderna e Pfizer utilizzano la tecnologia mRNA basata sul codice genetico del virus pandemico. Mentre il Vaccino della Johnson & Johnson/Janssen, è basato su un adenovirus umano, nel quale è stato innestato un gene in grado di indurre alcune cellule del corpo umano a produrre delle copie della proteina spike, la principale “arma” del coronavirus. Tale meccanismo dovrebbe indurre il sistema immunitario a riconoscere questa minaccia e a sviluppare delle opportune difese contro il virus del Sars-CoV-2. Novavax che è la partnership Sanofi/GlaxoSmithKline introduce proteine dal virus stesso per innescare una risposta immunitaria.
Dove si potrà essere vaccinati? Al momento non è dato sapere, ogni paese si doterà di una propria organizzazione. All’inizio è possibile in particolare per il vaccino Pfizer visto che deve avere una conservazione di -75, solo in strutture ospedaliere di un certo livello in modo di garantire la catena del freddo man mano che si procederà, con l’arrivo di altri vaccini di altre aziende che non necessitano di una catena del freddo si potrà estendere ad ambulatori, medici di base e non è escluso farmacie.
Potrò scegliere quale vaccino fare? No, al momento questa possibilità è esclusa a meno che non si rendano i vaccini vendibili i farmacia e quindi a scelta dell’acquirente. La tendenza è quella che i governi paghino la ricerca scientifica delle aziende che hanno elaborato i progetti di vaccino e quindi non dare alle persone la possibilità di scelta. Dovuta anche al fatto che non c’è vaccino per tutti, averne uno in tempi brevi, bisognerà considerarsi fortunati a prescindere dal tipo di vaccino e fabbricante. Unico problema e che se questi tipi di vaccini arriveranno troppo tardi una certa parte della popolazione potrebbe essersi immunizzata, ad oggi in Italia 1.400.000 hanno contratto il virus, di cui solo 600.000 sono guariti.
Si dovrà pagare il vaccino Covid 19? Anche qui è difficile da dire, dovrebbe essere gratuito non è esclusa una tassa o un contributo per la somministrazione se fatta da un ospedale pubblico o una struttura convenzionata mentre sicuramente a pagamento in una struttura privata.
Dopo il vaccino si dovrà indossare ancora la mascherina? Si, i dispositivi di protezione si dovranno ancora adoperare, i vaccini possono proteggere dall’ammalarsi della malattia ma non possono impedire di essere infettati dal virus e di ritrasmetterlo. Ciò significa che le misure di salute pubblica come indossare maschere, prendere le distanze sociali ed evitare assembramenti sono ancora fondamentali per contenere il virus. Pertanto è importante seguire ancora tutte le misure di contenimento del virus. Se sei immunizzato, puoi comunque essere infettato dal virus e quindi trasmetterlo ad altri. Quindi indossare una maschera in pubblico, praticare il distanziamento sociale ed evitare assembramenti, rimangono comportamenti fondamentali per la prevenzione.
Fonte: ilfattoalimentare.it