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Coronavirus: piatti, posate, bicchieri e cibo sono a rischio di contagio? Le domande e le risposte del BfR tedesco

4 Novembre 2020

Continua la rassegna delle frequently asked question, le domande frequenti, redatte dall’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR) sulla trasmissione del coronavirus attraverso il cibo, gli oggetti e le superfici. Nella seconda parte ci concentriamo su piatti e posate.

Il Sars-CoV-2 può essere trasmesso tramite piatti e posate nelle mense e in altri luoghi in cui le persone mangiano insieme?
I coronavirus possono generalmente contaminare posate o piatti quando una persona infetta starnutisce o tossisce direttamente su di essi e possono rimanere infettivi su queste superfici per un po’ di tempo. Sembra quindi essere possibile la trasmissione se le posate o, più probabilmente, le mani dopo aver toccato le posate vengono a contatto con le mucose del naso o degli occhi. Tuttavia, il BfR non è ancora a conoscenza di infezioni da Sars-CoV-2 avvenute attraverso questa via.

I coronavirus possono causare infezioni delle vie respiratorie attraverso la trasmissione tramite bicchieri nelle ristorazione collettiva, come le mense?
Il BfR e la comunità scientifica non sono ancora a conoscenza di casi di contagio avvenuti in questo modo. Secondo lo stato attuale delle conoscenze, la via di trasmissione orale/alimentare (attraverso l’esofago e lo stomaco) non gioca un ruolo importante nell’attuale epidemia. Il contagio avviene principalmente attraverso le goccioline derivanti dalla tosse e dagli starnuti, che vengono assorbite dalle altre persone attraverso le mucose delle vie respiratorie. Inoltre, non è possibile escludere la trasmissione tramite contatto, in cui i patogeni raggiungono direttamente le mucose del naso o degli occhi.

Una contaminazione virale attraverso i bicchieri, nella ristorazione, potrebbe avvenire solo se una persona infetta ne ha usato uno, contaminando il bicchiere con le mani o la saliva. A questo punto, la trasmissione ad un’altra persona, attraverso il contatto della membrana mucosa con il vetro contaminato, può verificarsi solo se il bicchiere nel frattempo non è stato adeguatamente pulito. Tuttavia, non sono state ancora rilevate infezioni da Sars-CoV-2 tramite questo metodo di trasmissione.

Uno studio fatto in laboratorio ha dimostrato che il trattamento con un detergente convenzionale per 5 minuti a temperatura ambiente porta alla completa inattivazione del virus. Periodi più lunghi e temperature più elevate potrebbero aumentare l’efficienza dell’inattivazione del virus. La pulizia dei bicchieri in lavastoviglie o lavabicchieri a 60°C o a una temperatura più alta è quindi particolarmente efficiente. Se ciò non è possibile, nei processi di risciacquo manuale è opportuno utilizzare acqua con temperature elevate (> 45°C, ma non superiori a 50°C, per proteggere le mani), unitamente al detersivo. Quando si utilizza acqua più fredda, è necessario prestare particolare attenzione per garantire che venga utilizzata una quantità sufficiente di detersivo, che i bicchieri siano lasciati nel lavandino per un tempo più lungo e che i bicchieri siano accuratamente puliti meccanicamente e successivamente asciugati.

Il virus viene reso inattivo lavando i piatti a mano o utilizzando la lavastoviglie?
I coronavirus reagiscono alle sostanze che dissolvono il grasso, come gli alcoli o gli agenti tensioattivi contenuti nei saponi e nei detersivi per piatti come sgrassanti. Sebbene non siano ancora disponibili dati specifici per Sars-CoV-2, è probabile che queste sostanze danneggino la superficie del virus e lo rendano inattivo. Ciò vale in particolare se i piatti vengono lavati e asciugati in lavastoviglie a una temperatura di 60°C o superiore.

Fonte: ilfattoalimentare.it

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