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Mascherine FFP: “Il 60% è fuori norma”

17 Luglio 2020

L’Upi e la Suva hanno avviato procedure contro importatori e rivenditori che hanno immesso sul mercato mascherine che non rispettano i criteri richiesti

 

Oltre il 60% delle mascherine analizzate da Upi e Suva non proteggono sufficientemente. È quanto emerge da un controllo a campione su 60 prodotti venduti in Svizzera. Per questo, si legge in una nota dei due enti, si chiede a chi le importa, le vende o le usa di prestare particolare attenzione.

A cosa stare attenti

I punti fondamentali che non possono mancare sulle mascherine FFP sono:

  • la maschera protettiva dovrebbe disporre del marchio CE seguito da un numero composto da quattro cifre che corrisponde al numero di identificazione dell’organismo notificato. Ad esempio: CE 0121;
  • anche sulla confezione dovrebbe esserci il marchio CE con la medesima matricola, la marcatura della norma «EN 149:2001+A1:2009» nonché l’indirizzo di chi immette il prodotto sul mercato dell’Ue o svizzero;
  • all’informazione per l’utente dovrebbe essere allegata una copia della dichiarazione di conformità con rinvio a una prova di esame del tipo («type examination») secondo la EN 149:2001+A1:2009 oppure un indirizzo internet dove è pubblicata la dichiarazione di conformità;
  • sulla confezione e sulla dichiarazione di conformità, il produttore e l’indirizzo della ragione sociale dovrebbero essere identici.

Comprate nei negozi specializzati o presso rivenditori riconosciuti

L’Upi e la Suva, nella nota, “raccomandano di acquistare le maschere FFP nei negozi specializzati o presso rivenditori riconosciuti”. Contro chi ha immesso sul mercato mascherine ritenute non sufficientemente protettive “le autorità hanno avviato dei procedimenti. In tal caso si stabiliscono delle misure per proteggere gli utenti da possibili rischi di salute. Per i prodotti provatamente insufficienti sono previsti dei richiami o divieti di vendita. I richiami pubblici vengono pubblicati sul sito dell’Ufficio federale del consumo UFDC”, si legge.

Per chi lavora non le KN95

Di fronte all’emergenza coronavirus il Consiglio federale ha semplificato le condizioni per le mascherine di protezione, che limitano i controlli alla loro protezione per le infezioni. Per questo chi lavora con polveri pericolose, sottolineano Upi e Suva, dovrebbero continuare solo mascherine a norma FFP e non, per esempio, quelle con sigla KN95.

Fonte: Ticinonews

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