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YouTube e Covid-19: informazioni false con milioni di visualizzazioni

19 Maggio 2020

La disinformazione sul coronavirus viaggia anche sulla piattaforma di video-sharing. L’analisi degli esperti

Da semplice piattaforma dedicata all’intrattenimento, YouTube è diventato per molti una fonte primaria da consultare anche quando si è alla ricerca di informazioni. Soprattutto i più giovani tendono a privilegiare la possibilità di premere play sulla thumbnail più accattivante piuttosto che scorrere tra le proposte monocolore di una tradizionale ricerca in Google. Occhio però a dove posate il puntatore del mouse, specialmente in tempi di pandemia.

Nel pieno dell’emergenza, YouTube si rivela essere infatti la proverbiale moneta a due facce. Con miliardi di visite ogni giorno «racchiude un potenziale incredibile sia nel promuovere che nell’intralciare gli sforzi» della sanità pubblica. A scriverlo è un team canadese di ricercatori, che – ricordando quanto accaduto in passato durante le epidemie di Ebola e di febbre Zika – ha messo sotto il microscopio il contenuto dei video maggiormente visualizzati in lingua inglese a tema Covid-19 sulla piattaforma. I risultati sono stati pubblicati da BMJ Global Health.

Dopo aver escluso duplicati, filmati in altre lingue e tutto il materiale solo audio, live o che eccedeva la durata di un’ora, sul “vetrino” sono finiti 69 video per un totale di 257,8 milioni di visualizzazioni. Di questi, ben 19 (pari al 27,5%) contenevano informazioni false e prive di fondamento scientifico (raccogliendo oltre 62 milioni di visualizzazioni), mentre gli altri 50 si attenevano rigorosamente ai fatti.

Servono collaborazioni forti – Il materiale video prodotto da professionisti del settore e fonti governative è risultato essere quello più accurato nei contenuti, ma al contempo ha collezionato molte meno visualizzazioni rispetto alle informazioni divulgate da notiziari online e pagine dedicate all’intrattenimento.

Secondo gli autori dello studio, considerata la posizione dominante di YouTube nel panorama mediatico, le agenzie di pubblica sanità dovrebbero instaurare una collaborazione più ampia con i produttori di contenuti che dispongono di audience importanti. «Educare e coinvolgere il pubblico è di primaria importanza nella gestione di questa pandemia. In questi tempi, i social media si sono dimostrati uno strumento potente per controllare la diffusione di informazioni e modellare i comportamenti». E in tal senso, una piattaforma come YouTube dispone di un grande potenziale non ancora sfruttato.

Fonte: Tio.ch

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