Il Consiglio federale ha indicato, negli scorsi giorni, che dall’11 maggio sarà revocato il divieto di svolgere lezioni in classe. In altre parole: potrebbe essere questa la data in cui anche in Ticino bambini e ragazzi torneranno a scuola. Ma come stanno vivendo loro, i più piccoli, questo periodo così particolare? Apparentemente sembrano spensierati, ma è proprio così? Radio3i ne ha parlato con una psicologa, la dottoressa Maria Elisabetta Rigobello.
“All’inizio questo periodo era sembrato una lunga vacanza un po’ per tutti: si andava più spesso a spasso con i genitori, si guardavano i cartoni animati anche al mattino, si giocava maggiormente con mamma e papà. Poi però la vacanza è finita di colpo” spiega la dottoressa Rigobello. “I bambini hanno capito che bisognava tenere la distanza dagli altri, non si poteva più andare a trovare i nonni…nel giro di pochi giorni la vita dei figli è cambiata completamente. I bambini sono abituati a crescere in un ambiente ricco di relazioni, che è improvvisamente scomparso, e a un quotidiano scandito da un ritmo preciso. Questo attiva un grande stress e un’interruzione così brusca genera confusione. I bambini hanno perso la dimensione del gioco all’aperto, del contatto con i pari. Direi quindi che i nostri bambini non sono così spensierati come può sembrare”.
Un periodo non facile dunque anche per i bimbi. Quali angosce o paure può generare l’attuale situazione in un bambino? “La paura della morte, della perdita, uno stato di inquietudine a cui loro non riescono a dare un nome” spiega la dottoressa. “Ci sono genitori che mi raccontano di bambini che chiedono se il papà è in pericolo quando esce di casa o se tornerà alla sera. Altri bambini sono terrorizzati dalla mascherina. Una cosa importante che si può riscontrare spesso nei bambini della scuola materna ed elementare sono le regressioni a stadi precedenti. Il bambino può regredire perché assorbe delle ansie: può quindi tornare al ciuccio, al biberon, al lettone. Accade perché la regressione dà sicurezza. Invito quindi i genitori a non preoccuparsi oltre misura”.
In questo contesto, come possono i genitori stare vicini ai propri figli? “I bambini hanno bisogno di sicurezza, di spiegazioni semplici e chiare. I genitori non devono essere incoerenti, non possiamo quindi dire ‘non è nulla, non preoccupiamoci’ poi però avere quotidianamente un’espressione di allarme sul viso. Favoriamo l’espressione dei loro pensieri, per esempio attraverso il disegno, l’invenzione di piccole storie o giochi simbolici, rassicuriamoli anche sul sentirsi impauriti in questi casi. Facciamoli parlare e ascoltiamoli”.
Fonte: Ticinonews